Pio II di fronte ad Enea Silvio Piccolomini: la rete intellettuale e la circolazione di alcuni suoi scritti tra cultura, religione e politica
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Nel primo libro dei suoi Commentarii Pio II offre ai posteri una sintesi della sua vita tutta proiettata verso il papato: era fondamentale per il pontefice offrire un’immagine di sé che non desse adito a critiche verso il proprio operato. Per ottenere questo stesso fine, mentre era ancora in vita, ma preoccupato anche della sua fama futura, si vede costretto ad emanare una bolla con la quale invitava a prestare fede solo alle parole di Pio II e non a quanto aveva scritto da laico in favore del concilio e contro il papa.
Quali furono le opere (orazioni, lettere, testi storiografici) da cui Pio II volle prendere le distanze e quali circolazione ebbero? Come si comportò quando, ancor prima di divenire papa, cominciò a raccoglierle pensando, da umanista, alla loro diffusione?
La circolazione dei manoscritti e la ricostruzione della rete intellettuale con la quale interagì Enea Silvio Piccolomini, con particolare riguardo agli anni 1430-1445 in cui si mosse tra il concilio di Basilea e la corte dell’imperatore Federico III, consente di comprendere a quali lettori pensasse il pontefice in vita; l’esame delle prime edizioni a stampa di questi stessi testi mostra quale ricezione abbia ottenuto nei decenni successivi.
Simona Iaria (Ph.D.) at present is Marie Skłodowska-Curie - IF- Global Fellow between the University of Turin (Department of Philosophy and Education Sciences) and the University Toronto (Department of Italian Studies), where she is currently working on the project Cultural exchanges, network and community in early humanist Europe. The case of Aeneas Silvius Piccolomini (EuroCult).